Cosa vedere a Tangeri, una città a metà strada tra il continente africano e quello europeo. A spasso tra le sue vie, il profumo di tè alla menta e dolci appena sfornati.
Tangeri, città del Marocco settentrionale, il cui antico nome è Tingis, probabilmente di origine berbera. Misteriosa e affascinante, crocevia di culture, ma anche di invasori. La particolare condizione di città internazionale, porto franco e la posizione strategica hanno favorito lo sviluppo del commercio. Ancora oggi, si tratta di una delle attività prevalenti sul territorio. Vengono esportate mandorle, pelli, datteri e pesce.
I rilievi collinari ne proteggono l’insenatura e custodiscono lo scorrere lento della vita dei tangerini. Come ogni città marocchina possiede minareti, case terrazzate e mercati, che spesso non sono circoscritti, ma si espandono su tutto il tessuto urbano. Tangeri si divide principalmente in una parte alta, fatta di stradine tortuose che culminano con la Kasbah e una parte bassa, formata dalla Medina e un quartiere più moderno e di impronta europea, la Ville Nouvelle.
La sua storia è piuttosto antica e soprattutto ricca. Fu città fenicia, cartaginese, romana e poi anche vandala, bizantina, araba, portoghese, britannica e spagnola. Dopo secoli di contesa, nel 1912 fu sottoposta a regime internazionale, con a capo una commissione anglo-franco-spagnola. Il 14 giugno 1940, approfittando della situazione, la Spagna assunse il controllo della città, ma l’11 ottobre 1945 fu ristabilita l’amministrazione internazionale. Solo nel 1956 la città si riunì al Marocco tornato indipendente.
Tangeri ha anche una storia alternativa. Nel corso del ‘900 fu meta di tanti artisti, ma anche contrabbandieri e altri personaggi poco raccomandabili, che trovarono in Tangeri un luogo in cui tutto era concesso. Ha accolto diversi scrittori beat ed è diventata casa di una nuova generazione di cineasti autoctoni, ma anche di musicisti stimati come Abdullah El-Gourd, che ha trasformato il suo riad in un museo e istituto per l’istruzione, la pratica e la promozione della cultura e musica Gnawa. Ultimo, ma non ultimo, Tangeri diede i natali a uno dei più grandi viaggiatori della storia: Ibn Battuta, che da qui partì per un epico viaggio dal 1325 al 1354, visitando tutto il mondo musulmano, dall’Africa settentrionale, all’India, Cina, Malesia e Russia.
Oggi Tangeri è ancora un centro culturale, un luogo dove si ha il tempo di lasciarsi andare, respirarne i profumi, ma soprattutto sedersi al tavolo di uno dei suoi numerosi cafè per fare quello che qui sembra uno sport nazionale: guardare la vita che scorre davanti ai propri occhi, con un tè alla menta in mano.

Più viaggio e mi allontano geograficamente dal Marocco, più mi manca questo paese, la sua luce, i suoi odori, le sue contraddizioni, le sue incoerenze, i suoi rumori, la sua musica, la sua bellezza.
Tahar Ben Jelloun
Cosa vedere a Tangeri
Quando il bianco candido delle sue case incontra le luci del tramonto, si ha l’impressione che risplenda. È un momento in cui non si può fare a meno di osservarla dall’alto delle sue terrazze. Tangeri la nostalgica,f la mistica, una città in cui le cose migliori da vedere le troverete in strada e in piccoli vicoli, confuse tra il viavai dei tangerini e i carretti ad ogni angolo. Odore di hashish e di dolci profumi. I marocchini amano lo zucchero e ne tessono le lodi continuamente, sfornando ad ogni ora del giorno baghrir, harcha e msemen (vari tipi di pane) pronti per essere farciti con amlou (crema all’olio di argan), miele o crema di nocciole.
Ecco alcuni dei luoghi imperdibili da visitare a Tangeri!
La Medina e la Kasbah
Il luogo ideale in cui alloggiare è proprio la Medina, sopratutto nei pressi del Petit Socco. Le dimensioni del quartiere son ridotte, è possibile esplorarne i luoghi principali in poche ore. Al contrario delle più famose Fes o Marrakech, è decisamente più pulita e organizzata, ma allo stesso modo piena di vita e di decine di prodotti da ammirare e gustare. Impossibile andare via senza mangiare qualcosa o acquistare qualche souvenir.
Nella sua parte più alta troverete la Kasbah, una zona più defilata e tranquilla, con pochi negozi e sontuosi riad in cui alloggiare.
Nel vostro vagare, vi potreste imbattere in tre piccoli musei in cui é possibile conoscere più a fondo la storia di Tangeri: il Museo della Kasbah, all’interno del palazzo dove una volta risiedeva il Sultano, oggi presenta una collezione di reperti archeologici ed etnografici; il Museo della Fondazione Lorin, una vecchia sinagoga che ospita una una mostra permanente di foto in bianco e nero della vecchia Tangeri; il Tangier American Legation Museum, con una collezione di oggetti che raccontano i lunghi rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Marocco. Il consiglio per esplorare la Medina è perdersi, inutile sprecare il vostro tempo con i gps, spesso non funzionano o non hanno informazioni aggiornate.
Questo quartiere è così affascinante, un luogo che in altre città sarebbe in mano al turismo, ma che qui a Tangeri rimane fortemente autentico e amato dai tangerini che lo vivono, lo abitano e ne alimentano il piccolo commercio.
La Ville Nouvelle
Da Bab el Fahs, la porta principale della Medina, è possibile raggiungere il Grand Socco, una grande piazza anello di congiunzione tra la Medina e la Ville Nouvelle, un quartiere decisamente più europeo e moderno.
Proprio qui troverete uno dei centri d’aggregazione più importanti di Tangeri: la Cinémathéque (meglio nota come Cinema Rif), un dinamico centro culturale, cafè, biblioteca e cinema arabo, inglese e francese.
Nei pressi di Boulevard Pasteur potreste andare a vedere il Gran Teatro Cervantes oppure passeggiare sul nuovo lungomare, fino a tornare nella Medina. In generale il quartiere ospita catene di abbigliamento e fast-food internazionali, centri commerciali e qualche bella piazza. Interessante come tutto questo si incontri con la cultura marocchina, ma non compete con il fascino della Medina.
Cafe Hafa e le Tombe fenicie
In cima alla città, in una traversa piuttosto anonima, ecco che si fa spazio il piccolo portale d’accesso al Cafe Hafa. Inaugurato nel 1921, ha mantenuto il suo stile e nel corso degli anni è stato visitato da molti scrittori e cantanti, tra cui Paul Bowles e William S. Burroughs, i Beatles e i Rolling Stones. Anche questa romantica terrazza a strapiombo sul mare, pur avendo raggiunto una certa notorietà, rimane in mano ai locali. Si danno appuntamento le coppie, i gruppi di amici, famiglie e solo qualche turista curioso. L’unica bevanda servita è il tè alla menta con i fiori di agrumi. I camerieri salgono e scendono in questa ripida scalinata e diffondono ovunque il profumo della bevanda zuccherina più amata in Marocco. Se siete affamati, potreste acquistare un dolce in una piccola finestrella vicino all’ingresso.
Forse non avete goduto abbastanza della bellezza di questa vista. Spostatevi ad una traversa di distanza, dove si trovano le Tombe fenicie. Qui ci si raduna in silenzio per osservare il sole che cala, le donne chiacchierano sull’orlo del precipizio con i loro caftani colorati e i bambini gironzolano con teglie di dolci ancora fumanti, alla ricerca di qualche acquirente. Ci si siede con lo sguardo verso l’Europa, che molti sognano e che rimane lontana, pur essendo così vicina.
Rue Hafa, Tangeri
Gran Teatro Cervantes
La costruzione del Gran Teatro Cervantes fu promossa da Esperanza Orellana, suo marito Manuel Peña e il proprietario Antonio Gallego. I lavori cominciarono il 2 aprile 1911 e furono completati nel 1913, anno in cui Tangeri era ormai una Zona internazionale, fortemente influenzata dal Protettorato spagnolo. Da subito ha ospitato importanti artisti dell’epoca, rendendolo per tanto tempo il teatro più grande e conosciuto del Nord Africa. Fino al 2019, il suo proprietario era lo stato spagnolo, che non se ne è mai curato, lasciandolo in uno stato di totale abbandono. Al momento il Teatro Cervantes, dopo una piccola ristrutturazione per evitare il crollo definitivo, è ancora chiuso e fatiscente. Tuttavia, i cittadini di Tangeri hanno deciso di avviare un nuovo progetto intitolato “Soutenir ce qui tombe“, che mira a recuperare questo spazio come teatro e centro culturale. Allo stesso tempo, con il passaggio di proprietà al Regno del Marocco nel 2019, fu stabilito l’impegno di ripristinare completamente l’edificio seguendo l’architettura originale e mantenendo il nome di “Gran Teatro Cervantes”.
Ho avuto la fortuna di visitare il teatro all’interno, anche se ho visto ben poco per via della mancanza di luce. Con il progetto di ristrutturazione, tutte le finestre son state sbarrate e l’unico punto in cui i lavori sembrano essere cominciati è il pavimento del primo piano. Se volete provare a visitarlo ricordate di portare una pila con voi perché la torcia del telefono non basterà. Teoricamente l’accesso non è consentito, ma per qualche dirhams riuscirete a convincere il guardiano. A posteriori non l’avrei fatto. Riflettendoci meglio ho capito che aveva accettato unicamente per bisogno, infatti per tutto il tempo aveva il terrore che ci facessimo male. Uno stipendio medio in Marocco si aggira intorno a qualche centinaia di euro e penso che per quanto si possa essere onesti, una situazione simile ti obblighi a pensare come sopravvivere. Credo che viaggiare significhi anche riflettere su quanto siano giusti i nostri comportamenti e son sicura che non valga la pena mettere a disagio qualcuno per la mia curiosità. Piuttosto godete dei grandi azulejos che campeggiano sulla facciata, in attesa che questo pezzo di storia torni al suo antico splendore.
Rue Anoual, Tangeri
Fondaq Chejra
È un luogo che non viene citato su nessuna guida e che troverete solo se siete dei viaggiatori davvero curiosi. Il Fondaq Chejra è la porta d’accesso ad un mondo unico, fatto di calda lana colorata e il ritmo serrato dei telai in movimento. Più che un mercato, è un collettivo di tessitori che si articola in un chiostro porticato. Ognuno ha il proprio studio, spesso con soppalco, dove stanno a malapena il telaio e la merce di recente produzione. Vi inviteranno gentilmente a curiosare, accettate e approfittatene per fare una chiacchierata con loro, che spesso parlano non solo in arabo, ma anche in francese e spagnolo. È un’occasione per fare anche un po’ di foto e degli acquisti unici a prezzi stracciati. La loro offerta varia da tappeti con mille motivi, a pesanti djellaba (tunica tipica del Maghreb), abiti berberi e altri piccoli accessori. Personalmente ho optato per un capo tradizionale berbero: un telo a strisce che le donne portano in vita. Per un pezzo simile, realizzato a mano, il prezzo è veramente ridicolo. L’avrei potuto avere anche per 3 o 2 euro, ma penso che i 5 euro proposti dal signore fossero già irrisori. Quando acquisto questo genere di articoli mi rendo conto della qualità e non trovo sensato contrattare.
2 Escalier Waller, Tangier
Le fils du Détroit
Si trova a pochi passi dal Museo delle culture mediterranee. Le fils du Détroit è un circolo aperto nel 1974 di musica arabo-andalusa, così come recita la sua piccola targa sopra la porta. In un piccolo salottino di 15 mq ogni sera verso le 18:30 musicisti e visitatori si radunano qui per suonare insieme e bere un tè alla menta. Un’ esperienza intima e così esclusiva, vi sembrerà di essere a casa di amici, dove tra una canzone e l’altra, chiacchiererete rilassati tra i morbidi divani. La stanza infatti è così piccola che c’è spazio solo per una stufa, le sedute, tre ampie finestre sulla Kasbah e i tappeti. Tra le esperienze da non perdere a Tangeri.
Rue Ibn Abbou, Tangeri

Cinémathèque de Tanger
La Cinémathèque de Tanger, è un centro di conservazione e distribuzione cinematografica situato in una delle piazze principali di Tangeri. È gestito da un’associazione no profit, nata nel 2007 grazie a Yto Barrada, il quale è riuscito a dare nuova vita all’ex Cinema Rif. È anche un importante centro di aggregazione, dove la gioventù marocchina trova uno spazio per incontrarsi ed esprimersi, soprattutto nella sua caffetteria, in cui si gioca e si discute. Un luogo colorato che ospita importanti proiezioni e da spazio a un fermento culturale alternativo che non ci si aspetterebbe dal Marocco.
Grand Socco, Place du 9 Avril 1947, Tangeri

Restaurant Dar Dbagh
Questa è proprio una perla local che non potete perdere, impossibile da trovare su siti di recensioni e mappe. Si trova a Bab Dar Dbagh, uno dei portali d’accesso per la Medina. In questa piccola stradina, dirigendosi verso l’interno, troverete il ristorante sulla destra. Hanno scritto il nome sulla lampada a led, sopra la porta sempre aperta. Una volta entrati, scoprirete che l’unico piatto che viene servito è una gustosa zuppa di fave. Il paesaggio sonoro è fatto di cucchiai che si scontrano continuamente con piccole ciotole di ceramica, sembrano tutti concentrati sulla zuppa, poche chiacchiere. L’arredamento è spartano, impreziosito solo dalle piastrelle colorate alle pareti. Al banco un vecchio signore rimescola la zuppa in penombra e prepara gli ordini per il cameriere che si affretta a servire gli avventori. È uno di quei luoghi in cui ci si riempie lo stomaco, anche per chi soldi non ne ha. Una zuppa con acqua e baguette costa solo 10 dirhams, circa 1 euro. Il posto giusto per osservare la vita quotidiana dei marocchini.
Bab Dar Dbagh, Tangeri
Museo delle culture mediterranee
Il Museo delle culture mediterranee, meglio conosciuto come Museo della Kasbah è situato nella parte orientale del quartiere. Pare che la zona limitrofa fosse utilizzata dai Cartaginesi e dai Romani e che nel XII secolo divenne dimora del governatore musulmano. Fu poi “Domos Praefecti” dei governatori portoghesi tra il 1471 e il 1661 e un importante castello per i governatori inglesi dal 1662 al 1684. Attualmente ospita un piccolo museo con giardino e un chiostro piastrellato con insolite colonne classiche. La collezione è composta da manufatti etnografici e archeologici, una grande testimonianza del ricco e fascinoso passato di Tangeri e del suo spirito multiculturale nel corso dei secoli. Le dimensioni sono ridotte, un’ora sarà sufficiente per completare la visita in tutta calma. Uno dei pezzi migliori è un mosaico estratto dal sito di Volubilis, una grande composizione di piccole tessere che è possibile ammirare dalla balconata al primo piano.
Place de la Kasbah, Tangeri
Cafe Tinjis, Cafe Al Manara, Gran Cafe de Paris
Se siete in cerca di un cafe vecchio stile, a Tangeri avrete l’imbarazzo della scelta. La cultura dei cafe è fortemente radicata, stiamo parlando di vere e proprie istituzioni. Dopo il lavoro una clientela principalmente o esclusivamente maschile si affolla qui per passare qualche ora di svago, magari giocando a parchís (un gioco da tavolo spagnolo per cui vanno pazzi i marocchini). All’interno l’aria è impregnata dal fumo di sigarette ma anche di kif (hashish). Non tutti lo sanno, ma il Marocco è uno dei maggiori produttori di hashish al mondo e al Nord è piuttosto comune coltivarla e farne compravendita, nonostante continui ad essere una sostanza illegale.
Se non sopportate il fumo, andate all’esterno, dove le sedie sono rivolte verso la strada. Sembrerà una sciocchezza, ma penso sia proprio un fattore caratteristico di come vivono il cafè i marocchini, una sorta di vedetta da cui osservare macchine e carretti che si muovono su e giù per la città. Prima di andare al cafe fermatevi in uno dei tanti piccoli negozi che vendono pane e dolci, comprate qualche delizia da gustare e una volta arrivati, ordinate un bel tè alla menta o un caffè. Quest’ultimo vi verrà servito come un espresso, ma in un bicchiere di vetro alto, per poterlo diluire con il latte.
Tra i cafè più importanti ed affascinanti della città vi consiglio il Cafe Tinjis e il Cafe Al Manara, entrambi nei pressi del Petit Socco; oppure lo storico Gran Cafe de Paris, a pochi metri dal Grand Socco.
Rue Almohades, Tangeri / Petit Socco Medina, Tangieri / Place de France, Tangeri
Casa Barata
Ero indecisa se includere Casa Barata in questa lista, non è stato facile visitarla. È stata un’esperienza interessante ed assolutamente sicura, ma preparatevi ad essere l’unico volto europeo a gironzolare per il mercato. Questo enorme complesso si articola in un grande souk coperto, con stand di qualsiasi bene per la casa, dalla biancheria, alle pentole, ma anche abbigliamento e prodotti per la cura della persona. Poco distante, una zona dedicata a tutto ciò che è di seconda mano e qualche laboratorio; poi una struttura che ospita degli stand alimentari con uova, the e spezie, formaggi, frutta e verdura. In tutto questo movimento, la cosa che mi ha colpita di più son stati i carretti di street food che si spostavano continuamente in nuove zone del mercato.
Per andare a Casa Barata è necessario prendere un taxi condiviso dalla Chiesa Inglese. I tassisti sono gentilissimi e vi daranno tutte le informazioni necessarie. Stanno in fila, quando è pieno il primo si parte e così tutti quelli a seguire. Per circa 2 o 3 euro vi lasceranno in un parcheggio vicino al souk da cui potrete procedere a piedi.
Non ha un indirizzo preciso, si trova nei pressi della Moschea Tariq Ibn Ziyad.
Tangier American Legation Museum
La vecchia Legazione americana è il primo monumento statunitense situato in un paese straniero, attestazione del riconoscimento da parte del Marocco. Questo grande edificio moresco di cinque piani ospita il Tangier American Legation Institute for Moroccan Institute (Talim), un museo con biblioteca e centro culturale. I pezzi della collezione raccontano il lungo rapporto diplomatico tra i due paesi, dipinti e foto della vecchia Tangeri e qualche copia dei libri di Paul Bowles.
All’interno si mantiene uno stile sobrio e decisamente europeo, con vecchio parquet, grandi tende ed eleganti elementi d’arredo. L’anima marocchina si insinua nella struttura e negli esterni, dove si presentano delle bellissime finestre intarsiate in legno scuro e un giardino interno.
8 Rue d’Amerique, Tangeri

Cosa mangiare
La cucina marocchina è straordinariamente varia e gustosa, impreziosita da spezie scelte con sapienza e originali accostamenti. Più che dei semplici piatti, vorrei consigliarvi delle vere e proprie esperienze, tra queste sicuramente lo street food, che in Marocco abbonda e non annoia mai. Per le vie di Tangeri troverete minuscoli negozi e decine di carretti in cui poter gustare ceci al vapore, caliente (una variante della nostra farinata di ceci) servita da sola o con il pane, harira (zuppa a base di pomodori, spezie e occasionalmente carne), babbouche (zuppa di lumache), bissara (zuppa di fave), pane di ogni tipo o forma dal msemen ai baghrir farciti con miele o amlou (una crema di olio di argan), dolci sfiziosi come chebakia o ghoriba (a base di mandorle o spezie, acqua di rose, anice o semolino), tajine bollenti di verdure e carne, french tacos, bocadillos e molto altro ancora. Lascio a voi il tempo di scoprire questo enorme patrimonio culinario.
Come dicevamo, tè e caffè sono un vero proprio rito, un momento importante d’incontro. Non vi resta che comprare un po’ di dolci, scegliere uno dei cafè che vi ho consigliato e godere dell’atmosfera tra tè alla menta, caffè tangerino e kif.
Durante il vostro viaggio a Tangeri, non potrete perdere il piatto più famoso del Maghreb: il couscous. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, viene consumato solamente il venerdì, prima o dopo la preghiera e viene cucinato letteralmente ovunque, dalle case, ai piccoli locali e persino nei ristoranti più lussuosi, impregnando le vie con il suo profumo corposo. Il metodo tradizionale prevede l’uso di un recipiente chiamato kskas. Alla base vi è una pentola per le verdure e/o la carne, i cui vapori sono utili per la cottura del couscous nella pentola sovrastante. Per cucinare i granelli di semola è essenziale passarli per diverse volte, fino a raggiungere una consistenza leggera e senza grumi. Oltre ad una base di spezie come zafferano, cumino o pepe nero, vengono selezionate diverse combinazioni di verdure e carne, tutte ugualmente deliziose e imperdibili: alle 7 verdure (di solito con patate, carote, rape, zucca, cavoli, melanzane e zucchine a cui possono essere aggiunti fagiolini, piselli, ceci e fave), con carne (viene riproposto lo stesso mix di verdure della variante sopra citata, ma con l’aggiunta di carne di pollo, agnello e montone), t’faya (con uvetta e cipolle caramellate. Da non perdere!), saykouk (con leben, una bevanda di latte fermentato), beffa (una versione dolce con mandorle, cannella, zucchero a velo e olio d’argan). Nei locali è diventato comune mangiare il couscous con una forchetta o un cucchiaio, ma se siete ospiti a casa di amici lavate bene le mani perché il couscous verrà servito in un unico piatto grande al centro del tavolo, da cui i commensali attingeranno dal proprio lato, creando delle piccole sfere. Tra le bevande più comuni per accompagnare il couscous ovviamente campeggia il tè alla menta, ma anche il leben.
Se state pensando di visitare Tangeri durante il Ramadan ecco qualche suggerimento per vivere questo periodo al meglio, ma soprattutto ecco perché è uno dei momenti più interessanti per viaggiare in Marocco.
Cosa comprare
Il mio consiglio è sempre lo stesso: artigianato e prodotti locali. In un paese come il Marocco, dove i prodotti realizzati a mano sono vera e propria arte alla portata di tutti, sarebbe uno spreco volgere lo sguardo verso calamite dozzinali senza nessuna storia. E allora scatenatevi con ceramiche dai colori cangianti, grandi tappeti, abiti tradizionali, profumi avvolgenti, lanterne in ferro e vetro e scatole di legno minuziosamente intagliate. Il patrimonio artistico marocchino non finisce qui. Ecco il mio post su cosa comprare in Marocco.
*Piccola postilla: non consumo piatti a base di carne e non acquisto oggetti di pellicceria e pelletteria. Nel blog parlo semplicemente di ciò che vedo, pensando che in certi luoghi la sensibilità su alcuni temi potrebbe essere molto diversa dalla mia. Sta a voi decidere se è etico alimentare questo commercio. Personalmente credo che in Marocco l’offerta culinaria e artigianale sia così vasta che non vi sia alcuna necessità di acquistare prodotti di derivazione animale.
Qualche idea per una gita fuori porta
Se pensate che il soggiorno possa essere più lungo di un breve weekend, consiglio qualche gita fuori porta o un vero e proprio itinerario nel Nord del Marocco. Potreste visitare le Colonne d’Ercole, un bellissimo parco dove ammirare il Mar Mediterraneo che incontra l’Oceano Atlantico; Assilah, un grazioso centro di pescatori sulla costa atlantica; Tetouan, affascinante città tra le montagne del Rif o magari potreste spingervi fino alle vie celesti di Chefchaouen e le cascate di Akchour. Comunque e ovunque scelgliate di viaggiare, è essenziale prendersi il proprio tempo e godersi l’atmosfera rilassata di questa regione!

Spero che il post vi sia piaciuto! Fatemi sapere se sceglierete Tangeri come prossima meta, per me è un piacere condividere pensieri e nuovi suggerimenti con altri viaggiatori.
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A presto,
Gaia
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Bellissimo, come sempre! 🙂
Ciao Annika, ti ringrazio! Hai fatto in tempo a visitare l’Azerbaijan? Fammi sapere, magari ci sentiamo sui social. Un abbraccio.