10 libri per prepararsi ad un viaggio nei Balcani: grandi classici e perle da scoprire
I social sono una fonte inesauribile di novità, spunti e nuovi contatti da intrecciare. Ebbene, di persone conosciute grazie a queste piattaforme ne avrei un po’ da nominare, ma oggi ve ne presento una in particolare: Sara Verghi. Italiana, ma con un papà tunisino e una mamma montenegrina, un incontro che evidentemente ha influito molto sui suoi passatempi e campi di ricerca. Abbiamo parlato tantissimo di Est (ma anche di Maghreb) e notando il suo accanito interesse per la lettura, le ho chiesto di scrivere insieme un post su 10 libri da leggere prima di un viaggio nei Balcani. Abbiamo selezionato grandi classici e altri titoli meno conosciuti, ma comunque di gran valore. Pensiamo siano un’ottima base per un primo viaggio.
Diffidate degli stereotipi in stile Kusturica, noi lo adoriamo, ma aldilà dell’Adriatico c’è molto di più. I Balcani lasceranno un segno indelebile nella vostra vita, per questo è importante prepararsi al meglio. Come in ogni altro angolo di mondo vi sono mille tradizioni, pietanze e racconti da scoprire. La letteratura è sempre stata molto prolifica nella zona più dimenticata d’Europa e, come forse nessun’altra arte, ha contribuito a mettere ordine nel caos di queste terre.
Il ponte sulla Drina, Ivo Andrić
Partiamo dalle basi: Andrić è imprescindibile per capire la storia, la cultura, l’essenza dei Balcani (più precisamente dell’area ex-jugoslava). La luna, la croce e la stella, simbolo delle tre religioni monoteiste, condividono lo stesso suolo, lo stesso cielo e lo stesso destino. È qui che nel Cinquecento, precisamente a Visegrad, il visir Mehmed Pascià fece costruire un ponte che diverrà testimonianza di questo mondo multiconfessionale. La narrazione arriva fino alla Prima Guerra Mondiale, in una Bosnia tormentata, ma affascinante.
Per approfondire: Ivo Andrić oggi: quando i ponti non uniscono
Vita migliore, Nikola P. Savić
Vincitore della prima edizione di Masterpiece. Racconta la storia di Deki, un giovane serbo, e della sua famiglia. La vita scorre tra i palazzoni comunisti di Novi Beograd, dolci immersi nello sciroppo di acqua e zucchero e il sogno del benessere firmato Italia. Semplice, non pretenzioso, e perfettamente in linea con il ritmo del turbo-folk serbo. Un ritratto realistico delle conseguenze della guerra, dei conflitti tra religioni ed etnie e della caduta di un regime totalitario di cui ormai rimangono solo le rovine. Ai ragazzi del quartiere il compito di vivere un’adolescenza ordinaria, nonostante tutto.
Per approfondire: Vita migliore
Dolori precoci, Danilo Kiš
Imprescindibile come Andrić, il suo libro come una wunderkammer. Appena entrati, veniamo travolti da un turbinio disordinato in cui riaffiorano i ricordi più preziosi, divisi in diciannove racconti. Pagine di nostalgia in cui si muovono i personaggi che i lettori di Kiš già conoscono: la famiglia di Giardino, cenere, la quale è costretta a vivere le dure prove dettate dalla Seconda guerra mondiale.
Nella produzione di Kiš spicca la trilogia incentrata su Eduard Sam, riflesso del padre dello scrittore ed ebreo scomparso ad Auschwitz. Dolori precoci è il secondo importante tassello di questa storia.
Per approfondire: Kiš, l’Europa e noi, Danilo Kiš: l’enigma della lettera
Admira e Boško – Sarajevo 1993, Miriam Tahri, Andrea Roccioletti
Così breve e così intenso: narrazione delicata e poetica de i Romeo e Giulietta dei Balcani, una sura dedicata all’amore. Admira e Boško vivono una storia tormentata, divisi, ma uniti nell’assedio più lungo della fine del XX secolo.
Per approfondire: Admira e Bosko – Sarajevo 1993
Le stelle che stanno giù, Azra Nuhefendić
Azra è una giornalista italo-bosniaca e il suo è un diario di ricordi e frammenti di vita dal periodo d’oro jugoslavo, fino all’incubo della guerra. Con queste diciotto cronache si propone di narrare un Paese scomparso dalle mappe e uno a brandelli: la Bosnia Erzegovina. Tornò a Sarajevo solo per amore della sua terra e della sua famiglia, rifiutandosi di bruciare i suoi preziosi libri nei gelidi inverni sarajevesi.
Per approfondire: Le stelle che stanno giù
Dieci prugne ai fascisti, Elvira Mujčić
Il lutto dell’amata nonna porta i personaggi ad intraprendere un viaggio sia fisico, per riportare la salma in Bosnia, che spirituale, durante il quale scopriranno nuovamente le cicatrici profondissime e mai dimenticate della guerra. La narrazione della Mujčić vi farà immergere nell’humor e nella nostalgia che solo un’anima bosniaca è capace di far convivere con sapiente eleganza.
Per approfondire: Dieci prugne ai Fascisti, intervista a Elvira Mujčić
Racconti francescani, Ivo Andrić
La vita quotidiana, le piccole gioie e i dolori dei frati francescani bosniaci, presenti sul suolo balcanico dal Medioevo. Sono storie ispirate a fatti realmente accaduti, poi rimaneggiate dall’autore. Il libro include il ciclo di fra Marko e fra Petar, ai quali si aggiungono due racconti. Tra i temi trattati vi sono la storia della Bosnia (immancabile nel lavoro di Andríc), l’incontro tra Oriente e Occidente e uno spiccato interesse per Francesco d’Assisi, da cui l’autore fu particolarmente affascinato.
Venuto al mondo, Margaret Mazzantini
Premio Campiello 2009. Margaret è stata una delle poche scrittrici straniere in grado di creare un romanzo struggente e profondo senza togliere dignità a Sarajevo e ai suoi coraggiosi ed indomiti sarajlija. Gemma (la protagonista) e suo figlio sono in viaggio, direzione Sarajevo. Ad attenderli c’è Gojko, il quale molti anni prima fece conoscere a Gemma l’amore della sua vita. Il romanzo racconta proprio di questa storia e di quello che ne è stato, tra pace e guerra.
Per approfondire: Bosnia: Sarajevo, sprofondare nell’assedio (1)
La figlia, Clara Usón
Un altro esempio di letteratura di grande qualità. La scrittrice spagnola porta alla luce i pensieri di Ana Mladić, ragazza brillante, amata da tutti a Belgrado, soprattutto da suo padre Ratko Mladić. Un viaggio a Mosca sarà l’occasione per mostrarle tutta la verità su quest’ultimo, cambiando la sua vita per sempre.
Per approfondire: La figlia
Bonavia, Dragan Velikić
Un altro tra gli scrittori più importanti della regione. Attraverso le storie dei quattro protagonisti, il romanzo racconta la dissoluzione della Jugoslavia e l’indecisione dei suoi cittadini: ci si chiede se andare o restare. Tra peregrinazioni, ma anche ritorni, le vite si intrecciano nel panorama post bellico. Un’atmosfera che fa riferimento ad un’altra grande dissoluzione: quella dell’Impero austroungarico. Non a caso il nome del libro è proprio Bonavia, come l’Hotel di Fiume, crocevia di tante storie, compresa quella dell’autore.
Per approfondire: Il quadro di un’epoca, che culmina con la Serbia di oggi, dominata da criminalità e corruzione. Una recensione di “Bonavia”, di Dragan Velikić
Qualche suggerimento per l’acquisto
Ecco le edizioni che consigliamo: per quanto concerne Kiš, quelle Adelphi, che ne ha curato quasi l’intera opera omnia in italiano. Di Ivo Andrić, a parte I Racconti francescani, di cui l’unica edizione italiana è a cura di Castelvecchi editore, consigliamo i singoli romanzi nelle varie edizioni Mondadori. Inoltre, se volete custodire un fascicolo elegante e prezioso, potete acquistare il volume contenente quasi l’intera opera dello scrittore bosniaco: Ivo Andrić, Romanzi e racconti, I Meridiani, Mondadori.
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Gaia
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