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Conosci il livello di inquinamento dell’aria nel Conosci il livello di inquinamento dell’aria nella tua città? 🌿
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Ho cominciato a preoccuparmi di qualità dell’aria quando ho saputo di dovermi trasferire a Sarajevo.
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Per chi non lo sapesse, in certi periodi dell’anno scala rapidamente il podio delle città più inquinate al mondo. I motivi risiedono soprattutto nella sua morfologia, nella presenza di centrali termiche, nel traffico, ma soprattutto nell’utilizzo di legna e carbone nella maggior parte delle abitazioni private.
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E a Bucarest? Secondo la classifica stilata da Numbeo.com, è la nona città più inquinata d’Europa. Tra i criteri analizzati vi è anche la qualità dell’aria.
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Quali sono le cause principali dell’inquinamento atmosferico a Bucarest?
•il traffico (cresce il numero di auto immatricolate in città, a cui vanno a sommarsi quelle in transito e quelle immatricolate altrove, per un totale di circa 2 milioni di auto in circolazione);
•la mancanza di spazi verdi;
•trasporti pubblici inadeguati;
•gestione dei rifiuti ai limiti della legalità (anche se è vietato, l’Europa smaltisce qui molta della sua spazzatura - anche rifiuti speciali -  in cementifici e inceneritori).
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L’inquinamento dell’aria è un problema importante in tutto l’Est Europa, l’unico modo che abbiamo per contrastare i danni sulla salute è monitorare i livelli e decidere le nostre attività di conseguenza.
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Personalmente uso un’app che si chiama @air.visual , che offre una classifica divisa per città (o addirittura zone, come nel caso di Bucarest) e il rischio a seconda del giorno e l’ora. Consiglia anche quali comportamenti evitare (al momento segnala di tenere le finestre chiuse e non uscire per fare attività fisica se particolarmente sensibili).
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Forse non possiamo fare granché per tutelarci, ma possiamo sicuramente fare del nostro meglio per evitare le emissioni.
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Se questo tema vi interessa, su internet trovate tanti reportage, tra tutti mi vengono in mente quelli su Tuzla e Zenica.
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Buona lettura! 📚
Giardini segreti, foreste e parchi da scoprire a B Giardini segreti, foreste e parchi da scoprire a Bucarest 🇷🇴
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Ieri nelle storie abbiamo parlato dell’importanza delle aree verdi nelle città e, in particolare, della loro situazione qui in Romania.
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La prima volta che son stata a Bucarest ho pensato a quanto fosse verde, impressione confermata anche ora che ci vivo. Purtroppo i dati raccontano un’altra verità. Bucarest ha sicuramente splendidi giardini, cortili e foreste, ma per le sue dimensioni sono ormai insufficienti.
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In questi tre mesi nella capitale rumena sono tornata e ho scoperto alcune delle mie aree verdi preferite:
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🌿 Grădina botanica. Si trova a Cotroceni e copre una superficie di circa 17 ettari con ben 10.000 specie di piante. Aperto nel 1860, poi spostato nel 1884 e finalmente inaugurato nel 1891. Ha subito importanti danneggiamenti durante entrambe le guerre mondiali, ma oggi è una splendida oasi con lago e un’enorme serra con specie tropicali. Perfetto per una passeggiata nel weekend, visto il prezzo d’ingresso irrisorio (o gratuito per alcune categorie!);
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🌿 Grădina Dorobanți. Quando ho saputo di dover tornare a Bucarest ho pensato subito al Grădina Eden, un giardino segreto nel retro di un palazzo apparentemente abbandonato. Mi aveva colpito tanto l’esistenza di questo luogo nel bel mezzo della città e infatti non vedevo l’ora di tornare. Purtroppo ho scoperto solo qualche settimana fa della sua chiusura. Mi è dispiaciuto tantissimo, ma poco dopo ho saputo che lo stesso proprietario aveva un giardino analogo in Calea Dorobantilor. Dietro una porta di lamiera si nasconde una fitta foresta con tanti tavolini, amache e puf, in cui potrete bere e mangiare con gli amici grazie ai tre piccoli chioschi vicino all’ingresso;
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🌿 Ceanăria Infinitea. Anche in questo caso parliamo di un locale, nello specifico una sala da tè. Si trova a Cotroceni, all’interno di una vecchia casa arredata nei minimi dettagli, ambienti caldi, libri dalle pagine ormai ingiallite, fiori e comode poltrone. L’esterno è altrettanto accogliente e lussureggiante, diviso in due livelli in cui sostare su tavoli e sedie in ferro battuto turchese;
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👇🏻 continua nei commenti
Quando ho cominciato questo piccolo progetto onlin Quando ho cominciato questo piccolo progetto online volevo raccontare delle storie, soprattutto personali, piccoli aneddoti e chiacchierate annotate in giro per l’Est Europa.
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L’idea delle mappe mi è venuta proprio per questo, perché di storie ne raccontano e pure parecchie, ma non avrei mai pensato che qualcuno potesse affidarsi a me per raccontare la propria.
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La prima mappa l’ho realizzata poco dopo il mio ultimo viaggio in Marocco. Era cominciato da qualche settimana il lockdown e non potevo fare a meno di sognare le mete in cui ero già stata e che avrei voluto approfondire.
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In quel periodo così strano (e ancora oggi) mi son chiesta mille volte quale fosse il senso dei miei viaggi. Una risposta certa probabilmente non riuscirò mai ad averla, anche perché i motivi cambiano man mano che cresciamo, ma credo che l’incontro con le persone che mi hanno accolta rimarrà sempre in cima alla mia personalissima classifica.
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Il 2020 doveva essere davvero speciale. Era l’anno del mio ritorno a Sarajevo, del viaggio che avrei voluto fare in Algeria, dei paesi che mi mancavano della penisola balcanica e dei mille villaggi bosniaci che avrei voluto scoprire strada facendo. In compenso, ho illustrato tante mappe ed è stato come entrare nelle vostre case, sapere di famiglie lontane, della nostalgia per il vostro paese, del viaggio che vi ha cambiato la vita. Grazie per avermi lasciato questo posto in prima fila, è stato un ottimo antidoto alla nostalgia.
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Un abbraccio ❤️
Cimitirul Bellu, Bucarest 🇷🇴 ⠀ Avete mai s Cimitirul Bellu, Bucarest 🇷🇴
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Avete mai sentito parlare dell’Associazione dei Cimiteri Significativi in Europa?
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Si tratta di un network che coinvolge enti pubblici e privati che considerano i cimiteri testimonianza storica e con elevata valenza artistica. L’obbiettivo dell’Associazione è quello di promuovere i cimiteri come parte fondamentale del patrimonio dell’umanità, attraverso la collaborazione a progetti di salvaguardia, restauro, manutenzione e condivisione di best practices.
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Negli anni l’ASCE ha stilato un itinerario europeo per ammirare i tesori nascosti nei cimiteri sparsi per l’Europa e trovarne le tradizioni in comune.
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Il Cimitero Șerban Vodă, meglio conosciuto come Cimitirul Bellu, è tra i due cimiteri rumeni nella lista dell’ASCE (l’altro è a Cluj).
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La fondazione è attestata intorno al 1850, quando un ricco ministro di nome Barbu Bellu decise di donare al Comune un terreno dove i rumeni erano soliti passare le domeniche tra alberi di arance, mele, ciliegie, prugne e noci.
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La necessità di fondare questo nuovo cimitero fu dovuta alle norme igieniche e urbanistiche adottate dall’amministrazione rumena. I primi ospiti furono portati dai cimiteri intorno alle chiese cittadine, fino a raggiungere l’estensione odierna di 220.000 mq.
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Deve la sua notorietà non solo alla sua storia singolare, ma anche ai personaggi che ospita, in gran parte di spicco. I mausolei sono autentiche opere d’arte e rappresentano gli stili in voga nella Romania nel periodo di riferimento: Neogotico, Art Decò, Brâncoveanu (sono ben tre i mausolei realizzati da Ion Mincu!).
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Visitare il Cimitero Bellu è un’esperienza unica alla scoperta della storia della città, ma soprattutto del rapporto dei rumeni con la morte, molto diverso da quello che ho sempre vissuto.
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Voi avete mai visitato un cimitero? Se si, quale? Fatemelo sapere nei commenti e creiamo la nostra lista 👇🏻
Biserica Stavropoleos, Bucarest 🇹🇩 ⠀ Nel c Biserica Stavropoleos, Bucarest 🇹🇩
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Nel cuore della metropoli, circondata da grandi costruzioni che la fanno sembrare quasi fuori posto. Uno dei monumenti più famosi di Bucarest ed espressione del brâncoveanu, in voga nel sud della Romania durante il regno del principe Constantin Brancoveanu. Questo stile combina elementi locali, orientali, bizantini e del tardo Rinascimento italiano, sintesi delle influenze che hanno plasmato la vita culturale della regione durante il regno del principe, oggi celebrato dalla Chiesa ortodossa rumena come un santo.
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Tra gli elementi dello stile brâncoveanu presenti nella chiesa di Stavropoleos vi sono il portico con colonne in pietra scolpite con splendidi motivi floreali, le cornici delle finestre, la porta intagliata e l'uso di colonne per separare la navata e il nartece.
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Attualmente conserva parzialmente gli affreschi interni ed esterni, oltre a una ricca collezione di icone rare, oggetti e libri.
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La chiesa faceva parte del monastero di Stavropoleos, eretto nel 1724 per volere dell’archimandrita Ioanichie Stratonikeas (poi metropolita di Stavropoleos, da qui il nome), due anni dopo l’apertura della vicina locanda.
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In breve tempo il monastero divenne uno dei più ricchi, una situazione che non era destinata a durare. L’intera struttura fu vittima di incendi e terremoti, oltre che di un’amministrazione poco efficiente. Al XIX secolo riuscì a sopravvivere solo la Chiesa, restaurata da Ion Mincu nel XX secolo, il quale si occupò di ricostruire anche il monastero in stile neo-rumeno.
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Tra il 1904 e il 1940 nella chiesa non si tennero funzioni religiose ma aprì solo a scopo museale. Oggi la sua corte conserva una piccola collezione di frammenti provenienti dalle varie chiese di Bucarest che non esistono più.
Crăciun fericit tuturor! 🇷🇴 ⠀ Il termine Crăciun fericit tuturor! 🇷🇴
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Il termine “Crăciun” ha un’origine incerta, secondo alcuni fa riferimento al tronco d’albero che veniva bruciato durante la notte del solstizio d’inverno, per dare forza al sole durante il suo cammino di rinascita.
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Il Natale è una festa molto importante qui in Romania, un momento da dedicare alla famiglia e alla comunità. Ogni regione ha le proprie tradizioni, sicuramente più presenti nei villaggi e nelle campagne, ma alcuni simboli rimangono comuni e imprescindibili.
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I festeggiamenti non si limitano al 25, ma cominciano già dai primi giorni del mese. Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre i bambini ricevono la visita di Moș Nicolae. Prima di andare a dormire sistemano le scarpe tirate a lucido davanti a porte e finestre, nell’attesa che il santo lasci loro dolci e piccoli doni.
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Il 20 dicembre è Sfântul Ignat, il giorno in cui si compie il sacrificio del maiale. È un’antica pratica pagana risalente ai Daci. Per loro era un animale che rappresentava le tenebre, in grado di indebolire il sole nella giornata più corta dell’anno. Compiuto il sacrificio, si procede con il “pomana porcului”, un pranzo per tutti i partecipanti e i vicini. Durante la macellazione si preparano anche i piatti a base di maiale che verranno consumati a Natale.
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L’albero si decora il giorno della vigilia, nel pomeriggio. Qui a Bucarest molti spiazzi vuoti vengono adibiti alla vendita, con decine e decine di pini freschi di varie dimensioni, ghirlande e mazzolini di vischio.
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Un’altra usanza importantissima, sia a Natale che a Pasqua, è quella dei colindători. Si tratta di gruppi in abiti e maschere tradizionali che girano per le case cantando della nascita di Gesù e augurando buon anno. In cambio si offrono soldi, frutta, dolci o colaci, un pane intrecciato che si cucina soprattutto per le feste o gli eventi importanti.
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Tra i piatti protagonisti del Natale rumeno vi sono sicuramente i sarmale (degli involtini di carne macinata e foglie di verza) e il cozonac (un lievitato con noci o semi di papavero e zucchero).
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Piața Obor, Bucarest 🇷🇴 ⠀ Piața Obor è Piața Obor, Bucarest 🇷🇴
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Piața Obor è il mercato più grande di Bucarest, un posto autentico e pieno di vita nonostante la massiccia riorganizzazione.
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Esiste fin dal XVII secolo, anche se in forme molto differenti. È stato fiera degli animali, luogo di esecuzione pubblica, location per i vari eventi della città, ma soprattutto mercato.
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Gli odori sono decisi e non sempre gradevoli, i colori terrosi e il cibo semplice. Per i rumeni rappresenta molto più di un mercato comunale: a Piața Obor ci si incontra, si beve, si chiacchiera e si combatte fino all’ultima trattativa.
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Vista la grandezza del mercato (26.399 mq!), vi consiglio di gironzolare a dovere tra i banchi e le “terase” per almeno una mattina.
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Cosa acquistare quindi in Piața Obor?
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•barattoli. Di ogni tipo e dimensione. Di solito vengono fatti in autunno a fine raccolto e custodiscono diverse preparazioni (zacuscă, cetrioli, salata de toamna, gogoșari, salata de vinete, fasole batuta etc);
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•artigianato. Il mercato è prettamente alimentare, ma ha anche una piccola sezione di artigiani. Troverete ceramiche splendidamente decorate, cestini, cucchiai intagliati e tessuti;
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•aglio, cipolla e cavolo. Sono tre ingredienti importantissimi nella cucina rumena, qui si trovano di buona qualità e a prezzi davvero vantaggiosi;
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina ⠀ •5 musei 🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•5 musei da non perdere a Sarajevo
Sarajevo è molto più dei suoi quattro anni di assedio. Senz'altro è un tassello cruciale e spaventoso, soprattutto perché così recente, ma c'è tanto altro da scoprire. Viaggiare dovrebbe aiutarci ad indagare oltre la superficie e credo che in questo, i musei possano essere degli ottimi alleati.
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Ecco 5 musei da non perdere a Sarajevo per scoprirne storia, cultura e artigianato:
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-Sarajevska Vijećnica. Inaugurata nel 1896 e divenuta Biblioteca nazionale nella Seconda guerra mondiale. Il 25 agosto 1992 viene distrutta da un enorme incendio insieme a centinaia di libri, poi ricostruito secondo il progetto originale. La struttura in sé, in stile neo-moresco, meriterebbe una visita, ma nel seminterrato troverete anche una mostra sulla sua ricostruzione e sulla storia di Sarajevo dal 1914 al 2014;
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-Museo olimpico. Dedicato alle Olimpiadi del 1984 e distrutto durante la guerra degli anni '90. La collezione venne salvata grazie al contributo degli abitanti, che decisero di custodirla nei sotterranei della struttura. Oggi si trova a Villa Mandić, tra gli esempi di architettura austroungarica più importanti della città;
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-Museo della biblioteca di Gazi Husrev Beg. La collezione raccoglie più di 1200 pezzi, suddivisi in 5 aree tematiche. Sono presenti opere calligrafiche di artisti locali, manoscritti, tessuti, tappeti, ricami, abiti tradizionali e curiosi dispositivi utili a calcolare l'orario per la preghiera;
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-Casa Svrzo. Casa ottomana costruita nel XVIII secolo dai Glođos, un'importante famiglia di Sarajevo. Il cortile è arricchito dai balconi in legno scuro intarsiato, mentre gli interni sono arredati con vari mobili e suppellettili del periodo;
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•Međurečje
In questo periodo si parla spesso di territori contesi, exclavi, enclavi e affini. Mi è venuto in mente che effettivamente, anche se per nulla conosciuto, anche la Bosnia ha il suo exclave: Međurečje.
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Si tratta di un villaggio di appena 400 ettari, parte della Municipalità di Rudo (Repubblica Srpska, Bosnia ed Erzegovina), ma circondato dalla Municipalità di Priboj (Distretto di Zlatibor, Serbia).
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Il catasto è a carico della Bosnia, ma le vecchie strutture dell'ex Jugoslavia (ad esempio poste, scuole e la stazione di polizia) sono gestite dalla Serbia. La valuta ufficiale è il dinaro, ma si paga anche in marchi e persino in euro.
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Non è molto chiaro il processo che ha portato a questa situazione, visto che i documenti son pochi o inaffidabili. È stato però cruciale il contributo del Sevizio Catastale del Comune di Rudo, che conserva una vecchia carta austroungarica del 1884.
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Quanto stabilito dall'Impero è sopravvissuto alla Jugoslavia e arrivato fino ai giorni nostri. Diventò un problema in seguito alla disgregazione e all' indipendenza delle due repubbliche, quando il confine divenne a tutti gli effetti interstatale.
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Ovviamente l'impatto di questa situazione è tutta a carico degli abitanti, sia bosniaci che serbi. Parliamo di problemi di natura commerciale, economica e amministrativa, ma la difficoltà maggiore è quella di movimento. Per esempio, alcuni piccoli produttori che vendono al mercato di Priboj attraversano ben due valichi di frontiera, pagando doppiamente dogana e tasse. Costituiscono un'alternativa le strade rurali, solitamente in pessime condizioni. Il problema è stato alleviato nel 2005 (ma non completamente risolto) con un accordo che consente il trasferimento di prodotti certificati.
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Questo è quanto riportato nell'unica pubblicazione accademica reperibile online, ad opera di Rajko Golic, professore dell'Università di Belgrado. Purtroppo non vi sono molte altre notizie, tranne alcuni articoli del 2018, che però riportano la medesima situazione.
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina ⠀ •10 docum 🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•10 documentari e film
Una lista di documentari e film sulla Bosnia e Sarajevo che ho visto e apprezzato in questi anni. Spesso (e inevitabilmente) si parla di guerra ma, alcuni registi, ne approfondiscono scenari quotidiani, di coloro che devono fare i conti con i ricordi e una vita da portare avanti nonostante tutto. 
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-I ponti di Sarajevo. 13 registi raccontano Sarajevo e la sua importanza nella storia europea degli ultimi 100 anni, dall'assassinio dell'Arciduca nel 1914 fino all'assedio degli anni 90. In questa linea temporale, i ponti vengono edificati e distrutti, ricostruiti e vissuti come simbolo di unione e separazione;
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-Scream for me Sarajevo. Nel 1994 Bruce Dickinson tiene un concerto a Sarajevo. Nel documentario decide di raccontare la città assediata, i suoi abitanti e il concerto che "ha cambiato per sempre il modo in cui vedo la vita, la morte e gli altri esseri umani";
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-Il segreto di Esma. È la storia di Esma e Sara, madre e figlia che nel 2006 vivono a Grbavica, quartiere di Sarajevo tra più colpiti dalle ultime guerre. Il film pone il focus su un dubbio che si insinua sempre più insistente nella vita dell'adolescente: vuole sapere chi era davvero suo padre;
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-Back to Bosnia. La storia di una famiglia che, dopo anni dall'assedio, torna in Bosnia per cercare la propria casa;
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-Buon anno Sarajevo. Rahima e Nedim sono due fratelli orfani della guerra in Bosnia. La prima trova conforto nell'Islam e riesce a cambiare vita, ma  le si presenta un'ulteriore sfida: fare da madre a suo fratello adolescente, con tutte le rinunce del caso;
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Gaia Putzolu
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  • Balcani
  • Novembre 29, 2019

Viaggio nei Balcani, il mio itinerario e qualche suggerimento

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Conosci il livello di inquinamento dell’aria nel Conosci il livello di inquinamento dell’aria nella tua città? 🌿
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Ho cominciato a preoccuparmi di qualità dell’aria quando ho saputo di dovermi trasferire a Sarajevo.
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Per chi non lo sapesse, in certi periodi dell’anno scala rapidamente il podio delle città più inquinate al mondo. I motivi risiedono soprattutto nella sua morfologia, nella presenza di centrali termiche, nel traffico, ma soprattutto nell’utilizzo di legna e carbone nella maggior parte delle abitazioni private.
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E a Bucarest? Secondo la classifica stilata da Numbeo.com, è la nona città più inquinata d’Europa. Tra i criteri analizzati vi è anche la qualità dell’aria.
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Quali sono le cause principali dell’inquinamento atmosferico a Bucarest?
•il traffico (cresce il numero di auto immatricolate in città, a cui vanno a sommarsi quelle in transito e quelle immatricolate altrove, per un totale di circa 2 milioni di auto in circolazione);
•la mancanza di spazi verdi;
•trasporti pubblici inadeguati;
•gestione dei rifiuti ai limiti della legalità (anche se è vietato, l’Europa smaltisce qui molta della sua spazzatura - anche rifiuti speciali -  in cementifici e inceneritori).
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L’inquinamento dell’aria è un problema importante in tutto l’Est Europa, l’unico modo che abbiamo per contrastare i danni sulla salute è monitorare i livelli e decidere le nostre attività di conseguenza.
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Personalmente uso un’app che si chiama @air.visual , che offre una classifica divisa per città (o addirittura zone, come nel caso di Bucarest) e il rischio a seconda del giorno e l’ora. Consiglia anche quali comportamenti evitare (al momento segnala di tenere le finestre chiuse e non uscire per fare attività fisica se particolarmente sensibili).
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Forse non possiamo fare granché per tutelarci, ma possiamo sicuramente fare del nostro meglio per evitare le emissioni.
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Se questo tema vi interessa, su internet trovate tanti reportage, tra tutti mi vengono in mente quelli su Tuzla e Zenica.
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Giardini segreti, foreste e parchi da scoprire a B Giardini segreti, foreste e parchi da scoprire a Bucarest 🇷🇴
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Ieri nelle storie abbiamo parlato dell’importanza delle aree verdi nelle città e, in particolare, della loro situazione qui in Romania.
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La prima volta che son stata a Bucarest ho pensato a quanto fosse verde, impressione confermata anche ora che ci vivo. Purtroppo i dati raccontano un’altra verità. Bucarest ha sicuramente splendidi giardini, cortili e foreste, ma per le sue dimensioni sono ormai insufficienti.
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In questi tre mesi nella capitale rumena sono tornata e ho scoperto alcune delle mie aree verdi preferite:
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🌿 Grădina botanica. Si trova a Cotroceni e copre una superficie di circa 17 ettari con ben 10.000 specie di piante. Aperto nel 1860, poi spostato nel 1884 e finalmente inaugurato nel 1891. Ha subito importanti danneggiamenti durante entrambe le guerre mondiali, ma oggi è una splendida oasi con lago e un’enorme serra con specie tropicali. Perfetto per una passeggiata nel weekend, visto il prezzo d’ingresso irrisorio (o gratuito per alcune categorie!);
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🌿 Grădina Dorobanți. Quando ho saputo di dover tornare a Bucarest ho pensato subito al Grădina Eden, un giardino segreto nel retro di un palazzo apparentemente abbandonato. Mi aveva colpito tanto l’esistenza di questo luogo nel bel mezzo della città e infatti non vedevo l’ora di tornare. Purtroppo ho scoperto solo qualche settimana fa della sua chiusura. Mi è dispiaciuto tantissimo, ma poco dopo ho saputo che lo stesso proprietario aveva un giardino analogo in Calea Dorobantilor. Dietro una porta di lamiera si nasconde una fitta foresta con tanti tavolini, amache e puf, in cui potrete bere e mangiare con gli amici grazie ai tre piccoli chioschi vicino all’ingresso;
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🌿 Ceanăria Infinitea. Anche in questo caso parliamo di un locale, nello specifico una sala da tè. Si trova a Cotroceni, all’interno di una vecchia casa arredata nei minimi dettagli, ambienti caldi, libri dalle pagine ormai ingiallite, fiori e comode poltrone. L’esterno è altrettanto accogliente e lussureggiante, diviso in due livelli in cui sostare su tavoli e sedie in ferro battuto turchese;
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Quando ho cominciato questo piccolo progetto onlin Quando ho cominciato questo piccolo progetto online volevo raccontare delle storie, soprattutto personali, piccoli aneddoti e chiacchierate annotate in giro per l’Est Europa.
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L’idea delle mappe mi è venuta proprio per questo, perché di storie ne raccontano e pure parecchie, ma non avrei mai pensato che qualcuno potesse affidarsi a me per raccontare la propria.
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La prima mappa l’ho realizzata poco dopo il mio ultimo viaggio in Marocco. Era cominciato da qualche settimana il lockdown e non potevo fare a meno di sognare le mete in cui ero già stata e che avrei voluto approfondire.
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In quel periodo così strano (e ancora oggi) mi son chiesta mille volte quale fosse il senso dei miei viaggi. Una risposta certa probabilmente non riuscirò mai ad averla, anche perché i motivi cambiano man mano che cresciamo, ma credo che l’incontro con le persone che mi hanno accolta rimarrà sempre in cima alla mia personalissima classifica.
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Il 2020 doveva essere davvero speciale. Era l’anno del mio ritorno a Sarajevo, del viaggio che avrei voluto fare in Algeria, dei paesi che mi mancavano della penisola balcanica e dei mille villaggi bosniaci che avrei voluto scoprire strada facendo. In compenso, ho illustrato tante mappe ed è stato come entrare nelle vostre case, sapere di famiglie lontane, della nostalgia per il vostro paese, del viaggio che vi ha cambiato la vita. Grazie per avermi lasciato questo posto in prima fila, è stato un ottimo antidoto alla nostalgia.
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Un abbraccio ❤️
Cimitirul Bellu, Bucarest 🇷🇴 ⠀ Avete mai s Cimitirul Bellu, Bucarest 🇷🇴
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Avete mai sentito parlare dell’Associazione dei Cimiteri Significativi in Europa?
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Si tratta di un network che coinvolge enti pubblici e privati che considerano i cimiteri testimonianza storica e con elevata valenza artistica. L’obbiettivo dell’Associazione è quello di promuovere i cimiteri come parte fondamentale del patrimonio dell’umanità, attraverso la collaborazione a progetti di salvaguardia, restauro, manutenzione e condivisione di best practices.
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Negli anni l’ASCE ha stilato un itinerario europeo per ammirare i tesori nascosti nei cimiteri sparsi per l’Europa e trovarne le tradizioni in comune.
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Il Cimitero Șerban Vodă, meglio conosciuto come Cimitirul Bellu, è tra i due cimiteri rumeni nella lista dell’ASCE (l’altro è a Cluj).
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La fondazione è attestata intorno al 1850, quando un ricco ministro di nome Barbu Bellu decise di donare al Comune un terreno dove i rumeni erano soliti passare le domeniche tra alberi di arance, mele, ciliegie, prugne e noci.
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La necessità di fondare questo nuovo cimitero fu dovuta alle norme igieniche e urbanistiche adottate dall’amministrazione rumena. I primi ospiti furono portati dai cimiteri intorno alle chiese cittadine, fino a raggiungere l’estensione odierna di 220.000 mq.
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Deve la sua notorietà non solo alla sua storia singolare, ma anche ai personaggi che ospita, in gran parte di spicco. I mausolei sono autentiche opere d’arte e rappresentano gli stili in voga nella Romania nel periodo di riferimento: Neogotico, Art Decò, Brâncoveanu (sono ben tre i mausolei realizzati da Ion Mincu!).
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Visitare il Cimitero Bellu è un’esperienza unica alla scoperta della storia della città, ma soprattutto del rapporto dei rumeni con la morte, molto diverso da quello che ho sempre vissuto.
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Voi avete mai visitato un cimitero? Se si, quale? Fatemelo sapere nei commenti e creiamo la nostra lista 👇🏻
Biserica Stavropoleos, Bucarest 🇹🇩 ⠀ Nel c Biserica Stavropoleos, Bucarest 🇹🇩
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Nel cuore della metropoli, circondata da grandi costruzioni che la fanno sembrare quasi fuori posto. Uno dei monumenti più famosi di Bucarest ed espressione del brâncoveanu, in voga nel sud della Romania durante il regno del principe Constantin Brancoveanu. Questo stile combina elementi locali, orientali, bizantini e del tardo Rinascimento italiano, sintesi delle influenze che hanno plasmato la vita culturale della regione durante il regno del principe, oggi celebrato dalla Chiesa ortodossa rumena come un santo.
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Tra gli elementi dello stile brâncoveanu presenti nella chiesa di Stavropoleos vi sono il portico con colonne in pietra scolpite con splendidi motivi floreali, le cornici delle finestre, la porta intagliata e l'uso di colonne per separare la navata e il nartece.
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Attualmente conserva parzialmente gli affreschi interni ed esterni, oltre a una ricca collezione di icone rare, oggetti e libri.
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La chiesa faceva parte del monastero di Stavropoleos, eretto nel 1724 per volere dell’archimandrita Ioanichie Stratonikeas (poi metropolita di Stavropoleos, da qui il nome), due anni dopo l’apertura della vicina locanda.
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In breve tempo il monastero divenne uno dei più ricchi, una situazione che non era destinata a durare. L’intera struttura fu vittima di incendi e terremoti, oltre che di un’amministrazione poco efficiente. Al XIX secolo riuscì a sopravvivere solo la Chiesa, restaurata da Ion Mincu nel XX secolo, il quale si occupò di ricostruire anche il monastero in stile neo-rumeno.
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Tra il 1904 e il 1940 nella chiesa non si tennero funzioni religiose ma aprì solo a scopo museale. Oggi la sua corte conserva una piccola collezione di frammenti provenienti dalle varie chiese di Bucarest che non esistono più.
Crăciun fericit tuturor! 🇷🇴 ⠀ Il termine Crăciun fericit tuturor! 🇷🇴
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Il termine “Crăciun” ha un’origine incerta, secondo alcuni fa riferimento al tronco d’albero che veniva bruciato durante la notte del solstizio d’inverno, per dare forza al sole durante il suo cammino di rinascita.
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Il Natale è una festa molto importante qui in Romania, un momento da dedicare alla famiglia e alla comunità. Ogni regione ha le proprie tradizioni, sicuramente più presenti nei villaggi e nelle campagne, ma alcuni simboli rimangono comuni e imprescindibili.
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I festeggiamenti non si limitano al 25, ma cominciano già dai primi giorni del mese. Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre i bambini ricevono la visita di Moș Nicolae. Prima di andare a dormire sistemano le scarpe tirate a lucido davanti a porte e finestre, nell’attesa che il santo lasci loro dolci e piccoli doni.
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Il 20 dicembre è Sfântul Ignat, il giorno in cui si compie il sacrificio del maiale. È un’antica pratica pagana risalente ai Daci. Per loro era un animale che rappresentava le tenebre, in grado di indebolire il sole nella giornata più corta dell’anno. Compiuto il sacrificio, si procede con il “pomana porcului”, un pranzo per tutti i partecipanti e i vicini. Durante la macellazione si preparano anche i piatti a base di maiale che verranno consumati a Natale.
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L’albero si decora il giorno della vigilia, nel pomeriggio. Qui a Bucarest molti spiazzi vuoti vengono adibiti alla vendita, con decine e decine di pini freschi di varie dimensioni, ghirlande e mazzolini di vischio.
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Un’altra usanza importantissima, sia a Natale che a Pasqua, è quella dei colindători. Si tratta di gruppi in abiti e maschere tradizionali che girano per le case cantando della nascita di Gesù e augurando buon anno. In cambio si offrono soldi, frutta, dolci o colaci, un pane intrecciato che si cucina soprattutto per le feste o gli eventi importanti.
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Tra i piatti protagonisti del Natale rumeno vi sono sicuramente i sarmale (degli involtini di carne macinata e foglie di verza) e il cozonac (un lievitato con noci o semi di papavero e zucchero).
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Piața Obor, Bucarest 🇷🇴 ⠀ Piața Obor è Piața Obor, Bucarest 🇷🇴
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Piața Obor è il mercato più grande di Bucarest, un posto autentico e pieno di vita nonostante la massiccia riorganizzazione.
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Esiste fin dal XVII secolo, anche se in forme molto differenti. È stato fiera degli animali, luogo di esecuzione pubblica, location per i vari eventi della città, ma soprattutto mercato.
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Gli odori sono decisi e non sempre gradevoli, i colori terrosi e il cibo semplice. Per i rumeni rappresenta molto più di un mercato comunale: a Piața Obor ci si incontra, si beve, si chiacchiera e si combatte fino all’ultima trattativa.
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Vista la grandezza del mercato (26.399 mq!), vi consiglio di gironzolare a dovere tra i banchi e le “terase” per almeno una mattina.
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Cosa acquistare quindi in Piața Obor?
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•barattoli. Di ogni tipo e dimensione. Di solito vengono fatti in autunno a fine raccolto e custodiscono diverse preparazioni (zacuscă, cetrioli, salata de toamna, gogoșari, salata de vinete, fasole batuta etc);
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•artigianato. Il mercato è prettamente alimentare, ma ha anche una piccola sezione di artigiani. Troverete ceramiche splendidamente decorate, cestini, cucchiai intagliati e tessuti;
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•aglio, cipolla e cavolo. Sono tre ingredienti importantissimi nella cucina rumena, qui si trovano di buona qualità e a prezzi davvero vantaggiosi;
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina ⠀ •5 musei 🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•5 musei da non perdere a Sarajevo
Sarajevo è molto più dei suoi quattro anni di assedio. Senz'altro è un tassello cruciale e spaventoso, soprattutto perché così recente, ma c'è tanto altro da scoprire. Viaggiare dovrebbe aiutarci ad indagare oltre la superficie e credo che in questo, i musei possano essere degli ottimi alleati.
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Ecco 5 musei da non perdere a Sarajevo per scoprirne storia, cultura e artigianato:
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-Sarajevska Vijećnica. Inaugurata nel 1896 e divenuta Biblioteca nazionale nella Seconda guerra mondiale. Il 25 agosto 1992 viene distrutta da un enorme incendio insieme a centinaia di libri, poi ricostruito secondo il progetto originale. La struttura in sé, in stile neo-moresco, meriterebbe una visita, ma nel seminterrato troverete anche una mostra sulla sua ricostruzione e sulla storia di Sarajevo dal 1914 al 2014;
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-Museo olimpico. Dedicato alle Olimpiadi del 1984 e distrutto durante la guerra degli anni '90. La collezione venne salvata grazie al contributo degli abitanti, che decisero di custodirla nei sotterranei della struttura. Oggi si trova a Villa Mandić, tra gli esempi di architettura austroungarica più importanti della città;
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-Museo della biblioteca di Gazi Husrev Beg. La collezione raccoglie più di 1200 pezzi, suddivisi in 5 aree tematiche. Sono presenti opere calligrafiche di artisti locali, manoscritti, tessuti, tappeti, ricami, abiti tradizionali e curiosi dispositivi utili a calcolare l'orario per la preghiera;
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-Casa Svrzo. Casa ottomana costruita nel XVIII secolo dai Glođos, un'importante famiglia di Sarajevo. Il cortile è arricchito dai balconi in legno scuro intarsiato, mentre gli interni sono arredati con vari mobili e suppellettili del periodo;
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•Međurečje
In questo periodo si parla spesso di territori contesi, exclavi, enclavi e affini. Mi è venuto in mente che effettivamente, anche se per nulla conosciuto, anche la Bosnia ha il suo exclave: Međurečje.
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Si tratta di un villaggio di appena 400 ettari, parte della Municipalità di Rudo (Repubblica Srpska, Bosnia ed Erzegovina), ma circondato dalla Municipalità di Priboj (Distretto di Zlatibor, Serbia).
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Il catasto è a carico della Bosnia, ma le vecchie strutture dell'ex Jugoslavia (ad esempio poste, scuole e la stazione di polizia) sono gestite dalla Serbia. La valuta ufficiale è il dinaro, ma si paga anche in marchi e persino in euro.
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Non è molto chiaro il processo che ha portato a questa situazione, visto che i documenti son pochi o inaffidabili. È stato però cruciale il contributo del Sevizio Catastale del Comune di Rudo, che conserva una vecchia carta austroungarica del 1884.
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Quanto stabilito dall'Impero è sopravvissuto alla Jugoslavia e arrivato fino ai giorni nostri. Diventò un problema in seguito alla disgregazione e all' indipendenza delle due repubbliche, quando il confine divenne a tutti gli effetti interstatale.
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Ovviamente l'impatto di questa situazione è tutta a carico degli abitanti, sia bosniaci che serbi. Parliamo di problemi di natura commerciale, economica e amministrativa, ma la difficoltà maggiore è quella di movimento. Per esempio, alcuni piccoli produttori che vendono al mercato di Priboj attraversano ben due valichi di frontiera, pagando doppiamente dogana e tasse. Costituiscono un'alternativa le strade rurali, solitamente in pessime condizioni. Il problema è stato alleviato nel 2005 (ma non completamente risolto) con un accordo che consente il trasferimento di prodotti certificati.
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Questo è quanto riportato nell'unica pubblicazione accademica reperibile online, ad opera di Rajko Golic, professore dell'Università di Belgrado. Purtroppo non vi sono molte altre notizie, tranne alcuni articoli del 2018, che però riportano la medesima situazione.
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🇧🇦 About Bosna i Hercegovina ⠀ •10 docum 🇧🇦 About Bosna i Hercegovina
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•10 documentari e film
Una lista di documentari e film sulla Bosnia e Sarajevo che ho visto e apprezzato in questi anni. Spesso (e inevitabilmente) si parla di guerra ma, alcuni registi, ne approfondiscono scenari quotidiani, di coloro che devono fare i conti con i ricordi e una vita da portare avanti nonostante tutto. 
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-I ponti di Sarajevo. 13 registi raccontano Sarajevo e la sua importanza nella storia europea degli ultimi 100 anni, dall'assassinio dell'Arciduca nel 1914 fino all'assedio degli anni 90. In questa linea temporale, i ponti vengono edificati e distrutti, ricostruiti e vissuti come simbolo di unione e separazione;
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-Scream for me Sarajevo. Nel 1994 Bruce Dickinson tiene un concerto a Sarajevo. Nel documentario decide di raccontare la città assediata, i suoi abitanti e il concerto che "ha cambiato per sempre il modo in cui vedo la vita, la morte e gli altri esseri umani";
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-Il segreto di Esma. È la storia di Esma e Sara, madre e figlia che nel 2006 vivono a Grbavica, quartiere di Sarajevo tra più colpiti dalle ultime guerre. Il film pone il focus su un dubbio che si insinua sempre più insistente nella vita dell'adolescente: vuole sapere chi era davvero suo padre;
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-Back to Bosnia. La storia di una famiglia che, dopo anni dall'assedio, torna in Bosnia per cercare la propria casa;
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-Buon anno Sarajevo. Rahima e Nedim sono due fratelli orfani della guerra in Bosnia. La prima trova conforto nell'Islam e riesce a cambiare vita, ma  le si presenta un'ulteriore sfida: fare da madre a suo fratello adolescente, con tutte le rinunce del caso;
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